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la sangrìa di tonicopi

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Ho fatto il barista per sette anni al Duilio. Abbiamo servito tanta di quella sangrìa che non vi dico. Quella che vi presento qui a lato è la mia ricetta, perfezionata in tanti anni di pratica. State sicuri che avrà successo.

Da qui potete scaricare la ricetta in formato word (78 Kb)

Gli ingredienti per un litro (abbondante) di sangrìa: una bottiglia da 75cc. di vino rosso secco di buona qualità (cabernet, merlot, refosco, tocai o altro tipo a piacere. Se si usa un buon prosecco ne viene fuori una profumatissima sangrìa bianca); un bicchierino (40cc.) di brandy (io uso Vecchia Romagna, ma va bene qualsiasi altro buon brandy o cognac); un cucchiaio e mezzo di zucchero, mezza arancia, mezzo limone, mezza mela, mezza pera e mezza pesca (d’estate mancherà l’arancia, d’inverno la pesca, non importa, va bene così); due chiodi di garofano; una scorzetta di cannella; un bicchiere di acqua minerale gassata.

La preparazione: si può preparare direttamente nelle caraffe dove verrà servita. Se ne preparate una gran quantità (ad esempio 10 litri) moltiplicate per 10 tutti gli ingredienti e preparatela in un grande contenitore che poi ci stia nel frigorifero. Si prepara minime tre ore prima di servirla (massime cinque ore prima, perché altrimenti la frutta diventa troppo molliccia). Si versa il brandy e un po’ del vino, si aggiungono lo zucchero i chiodi di garofano e la cannella e si mescola fino al completo scioglimento dello zucchero. Quindi si aggiunge la frutta tagliata a tocchettini. Le arance e i limoni con la buccia, ovviamente ben lavata. Si aggiunge il resto del vino, si mescola delicatamente e si mette in frigo a riposare. Al momento di servire si aggiunge il bicchiere di acqua minerale gassata e ghiacciata e si mescola un pochino. Deve essere ben fresca. Se il vostro frigo non ce la fa in tre ore, dovete avere l’accortezza di usare il vino che avrete già in precedenza raffreddato per bene. Avete visto che l’acqua minerale è in rapporto di un ottavo circa con il vino. Se volete una sangrìa più leggera, ad esempio per dei ragazzi, non commettete l’imperdonabile errore di non metterci il brandy, o di usare qualcuno di quei prodotti in scatola che somigliano al vino. Piuttosto modificate il rapporto acqua minerale/altri ingredienti. Si può arrivare anche a quattro decimi: quindi quattro litri di acqua ogni sei litri di vino. Ma non andate oltre che solo Gesù ci sapeva fare con successo in queste manipolazioni.

Importante: la frutta non deve essere troppo matura che deve essere percepita alla masticazione bella soda e non deve intorbidire la sangrìa. Deve essere tagliata a pezzetti non troppo grandi e nemmeno troppo piccini. Direi cubetti di circa uno o due centimetri. L’acqua deve essere gassata e fredda. Ma soprattutto aggiunta al momento di servire perché conferisce alla sangrìa quel giusto tocco di frizzante. Abbiate l’accortezza di mettere a disposizione degli ospiti qualche cucchiaino perché in molti adorano mangiare la frutta dopo aver bevuto la sangrìa.

Molto importante: non sognatevi di usare la cannella in polvere. Se non l’avete in stecche piuttosto non mettetela. La sangrìa s’intorbiderebbe irrimediabilmente. Così accadrebbe anche se la frutta fosse troppo matura o se invece di mescolare delicatamente usaste il mestolo come una clava! (come se si trattasse di batterlo in testa a Berlusconi… ih ih ih)

Importantissimo: non siate maniaci nei dosaggi, un po’ di più o un po’ di meno di questo o quello non cambia la sostanza. Un solo ingrediente è fondamentale: metteteci un pizzico di amore mentre la preparate. Pregustatevi un po’ della gioia che proveranno i vostri ospiti. Senza questo ingrediente, da troppi trascurato, non ne viene mai fuori niente di veramente buono.

Toni

 

 

 

una bella caraffa di sangrìa

 

 

 

 

 

 

 

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